SCRIVERE
spunti di riflessione preliminari
Mi diverto scrivendo, ma "divertirsi" è una parola che non dà del tutto l'idea. L'atto di scrivere mi appassiona. Coinvolge tutto il mio intelletto, le mie emozioni e comprende tutto quello che so del mondo e di come funziona l'essere umano. Tutto fa parte della sfida per accattivare i miei lettori. Il mio lavoro mi assorbe totalmente. (Ken Follet)
Scrivo perché non so fare altro. Scrivo perché così mi ricordo di tutte le persone che ho amato. Scrivo perché mi piace raccontarmi storie. Scrivo perché mi piace raccontare storie. Scrivo perché alla fine posso prendermi la mia birra. Scrivo per restituire qualcosa di tutto quello che ho letto. (Andrea Camilleri)
Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile. (...) ... cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare (...) almeno a eliminare le ragioni d'insoddisfazione di cui posso rendermi conto. (Italo Calvino)
La scrittura può essere considerata come una riduzione ordinata di esperienze ma anche come un teatro in cui i segni, nello spazio vuoto della pagina, possono disegnare tutto il possibile: essa inizia con il limite e tutto può transitare in esso (F. Frasnedi, 1985).
La pagina bianca è come il sipario del teatro o le prime luci della pellicola sullo schermo cinematografico: è lo spazio di universi possibili, uno spazio teatrale dove la mente sceglie e compone dando forma a ciò che è più adatto al medium in uso e alle sue regole grammaticali.
Qualunque sia il terreno, la scrittura si alimenta e si sviluppa attraverso l'esercizio continuo della lettura che permette di avviare percorsi capaci di individuare la strumentazione critica che permette la selezione dei materiali, il montaggio e la composizione scritta. Insomma, "la lingua crea la scena, la scrittura apre il sipario" (F. Frasnedi, 1985). In quest'ottica il lessico tanto quanto la grammatica devono essere considerati dei serbatoi che offrono varietà di segmenti linguistici, di scelte possibili (M. Prandi), di combinazioni da indagare, esplorare e "far esplodere" poieticamente. All'interno di tutto ciò, e per effetto, dei contratti linguistici socialmente riconosciuti può emergere tutta la potenzialità della scrittura e la sua funzione poietica (R. Jakobson).
La scrittura solitamente considerata una "abilità
generale" che si forma in ambito scolastico, di fatto è un insieme di pratiche
che necessitano non solo di specifiche abilità quanto ma anche delle concezioni
che ciascun individuo sviluppa sui generi testuali. A questo si deve aggiungere
un altro elemento di riflessione importante e cioè che la scrittura è anche il
significato che essa assume in una cultura. Lo scrivere ha funzione diversa a
seconda del contesto, ma è sempre situata perché essa è una risposta ad una
situazione determinata dalla cultura di una società e dalla società stessa (P.
Boscolo, 2002). Dal punto di vista didattico a questo punto viene in aiuto il
concetto di genere di Bacthin che parla esplicitamente del fatto che le
attività umane implicano sempre l'uso del linguaggio e che esso realizza forme
di espressione orale e scritta innumerevoli: i generi. Essi sono regolati dalle
convenzioni più o meno strutturate e ricorrenti degli individui che compongono
una data cultura. L'essenza sociale dell'atto comunicativo e dunque del
linguaggio (orale o scritto) mette in condizione di avere sempre chiaramente un
destinatario della stessa (interno o esterno che sia): esso è comunque una
risposta o anticipazione o amplificazione di qualcosa che può essere detto o
che è stato detto ("dialogismo" in Bacthin). Il genere è capace di tagliare la
dicotomia che i ragazzi vivono tra parlato e scritto: insegnare a scrivere non
vuol dire restare nel recinto della scrittura letteraria o accademica, ma far
esperire tutti i generi possibili mettendoli in relazione con la vita
scolastica ed extra scolastica (la scrittura mediale è un eccellente
"strumento" per facilitare tutto ciò). A questo punto entra in scena
l'importanza della lettura intesa, però, come oggetto di discorso maieutico in
classe.